Danilo Bastione
Aufbauprinzip
2023
Diplomausstellung
AdbK München
Beton, Lack, gefundene Objekte,
Salz, weißer Essig, Stromversorger,
Zink, Becherglas, Teppichboden
AUFBAUPRINZIP
Eine Dimension geteilt in drei Register,
die immer austauschbar sind.
Auf den Wand ist eine offene Struktur
welches das Periodensystem wider-
spiegelt. Ein Versuch die Ruine, der Schutt
aus meine Arbeitsplätze, einzuordnen.
Diese Elementen die nach Farbigkeit
eingeordnet sind, enthalten jeweils einen Fehler, die sie lebendig macht.
Die Gegenstande die in Beton
umschlossen sind, zeigen einen
Sedimentations-Prozess der beschlossen
ist, fest wie eine Aussage.
Die unterschiedliche Raster in diese
Heterogenität zeigen sich alle im
selben Format dargestellt.
Die Struktur als offenen System hat als
Kontrapunkt die funktionierende
Maschine.
Der Teppichboden begrenzt die Maschine und gleichzeitig er unterstützt sie.
Er versucht sie ein Ordnung zu geben,
durch eine aseptische nicht emotionale Stimmung die ganz unterschwellig in
die Architektur den Raum geht und im
Kontrast mit der eingekachelte Chaos
geht.
Sie stellt die Komfortzone dar, in deren Zentrum die Maschine einbricht, ausbricht, auftaucht, ihre Funktion, ihre vorgegebene Struktur aufgibt.
Die Maschine ähnelt
einer kleinen Festplatte / Rack Server.
Sie speichert unterschiedliche Spuren von einem System und lagert sie, wie eine Individuum eine zugewiesene Struktur speichern könnte.
Eine Sprache, ein Erziehung, eine Glaube..
Optisch erinnert die Maschine einer
kleinen Galvanisation-Zelle: sie arbeitet mit einer minimale Leistung und Strom
Spannung, damit wir das Ergebnis nie sehen werden.
Soweit sie an den Mutter Strom angesteckt ist, sie wird unendlich arbeiten.
Sie zeigt eine unsichtbare Grenze vor
unsere Augen.
In dem Zentrum dieser Maschine ist ein kleines Stück Eisen konstant verzinkt.
Eine elektrolytische Lösung enthalt weissen Essig und Salz, mit zwei Opfer Anoden aus Zink eingetaucht und eben, das kleinen Stück Eisen.
Das Zink opfert sich umsonst für die Kunst, damit dieses kleinen Stück Eisen immer wieder neue Schichten bekommen kann. Die Lösung wird immer schwarzer durch die Oxidierung, der Schaum verform sich
und die Gegenstände in diesem
Becher rum werden immer schwarzer.
Dieser Sedimentation-Prozess wird nie enden, die Anthropomorphische Maschine erkennt ihre Funktion und verzichtet
auf ihre zugewiesene Struktur.
Deswegen arbeitet sie unendlich damit dieser Prozess nie fertig wird, damit die Struktur auf den Wand nie abgeschlossen wird, und die Maschine weiter lebendig sein wird.
PRINCIPIO DELL'AUFBAU
Una dimensione divisa in tre registri,
che sono sempre intercambiabili.
Sulla parete si trova una struttura aperta
che riflette la tavola periodica.
Un tentativo di classificare la rovina, le macerie
dei miei luoghi di lavoro.
Questi elementi, disposti per colore
contengono ciascuno un difetto che li rende vivi.
Gli oggetti racchiusi nel cemento
mostrano un processo di sedimentazione
che si manifestar in maniera risoluta
come un'affermazione.
Le diverse griglie di questa
eterogeneità si presentano tutte
nello stesso formato.
La struttura come sistema aperto ha come
contrappunto il funzionamento macchina.
Il tappeto limita la macchina e allo stesso tempo la sostiene.
Cerca di dargli un ordine,
attraverso uno stato d'animo asettico e non emozionale che entra subliminalmente nell'architettura della stanza in
contrasto con il caos piastrellato.
Rappresenta la zona di comfort al centro della quale la macchina irrompe, evade, emerge, abbandona la sua funzione, la sua struttura predeterminata.
La macchina assomiglia a
un piccolo hard disk / server rack.
Immagazzina diverse tracce di un sistema e le memorizza come un individuo potrebbe memorizzare una struttura assegnata.
Una lingua, un'educazione, un credo...
Visivamente, la macchina assomiglia
di una piccola cella di galvanizzazione: funziona con una potenza e una
tensione minima, in modo da non poter mai vedere il risultato.
Finché è collegata alla "corrente madre", la macchina funzionerá all'infinito.
Mostra un limite invisibile davanti ai nostri occhi.
Al centro di questa macchina, un piccolo pezzo di ferro viene costantemente galvanizzato.
Una soluzione elettrolitica contiene aceto bianco e sale, con due anodi sacrificali di zinco immersi e anche il piccolo pezzo di ferro.
Lo zinco si sacrifica invano per l'arte, in modo che questo piccolo pezzo di ferro possa ottenere sempre nuovi strati. La soluzione diventa sempre più nera a causa dell'ossidazione, la schiuma si deforma
e gli oggetti in questa tazza diventano sempre più neri.
Questo processo di sedimentazione non avrà mai fine, la macchina antropomorfa riconosce la sua funzione e rinuncia alla struttura che le è stata assegnata.
È per questo che lavora all'infinito affinché questo processo non sia mai terminato, affinché la struttura sulla parete non sia mai completata e la macchina continui a essere viva.
JavaScript is turned off.
Please enable JavaScript to view this site properly.